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Notizie davvero?

Non capisco perché lo chiamano “notiziario”, mentre è spettacolo e continuo sfruconamento nel gossip, per titillare le passioni degli oziosi.

Apro il telegiornale per conoscere l’evolversi serio e ragionato del presente, con indicazioni che mi facciano riflettere, e mi trovo davanti l’ultima moda maschile, la notizia del divorzio di un attore, il crollo di un ponte, e alcune interviste di comodo per l’intervistatore e per il direttore responsabile della testata.

Le notizie dal mondo mi raggiungono, se c’è stato uno scandalo, o un lotta, o un digiuno di qualche radicale.

Dove stanno le notizie che, apprese, fanno crescere l’uomo e la donna? Le disgrazie, le irregolarità fisiche o morali, le inutilità sono sbattute in primo piano. E l’umanità che, nonostante tutto, cresce e s’avvia all’eternità, anche sgattaiolando tra sofferenze, incomprensioni e stenti, viene nascosta... perché il bene non fa notizia.

Molti si lamentano di televisioni spazzatura, ma poi si avvolgono di questa spazzatura. Si paga il canone per ingoiare escrementi.

Perché nascondere l’eroismo della gente comune, che resiste a vivere nonostante la violenza dei malvagi? Perché nascondere la resistenza dei popolani del Darfur e della Cina, dei cristiani dell’Indonesia e dell’India, dei poveri che si radunano e si amano quotidianamente nell’America Latina? Perché non penetrare nell’eroismo dei barboni?

La vita è composta dalla sofferenza dei poveri, cioè della maggior parte dell’umanità. Ma i notiziari si schifano di loro.

GCM 21.01.09