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L’uomo vivente

La gloria di Dio è l’uomo vivente.

Un’affermazione questa che sentiamo spesso ripetere, e che fa parte del nostro inconscio collettivo di cristiani.

Quando, nel congedarci di chiesa, ci viene detto “Glorifichiamo Dio con la nostra vita”, non si tratta di compiere chissà quale rito incensante di esaltazione a Dio, bensì di prendere coscienza che siamo gloria di Dio, e che tale gloria non la dobbiamo offuscare con azioni o con pensieri, contrari a questa gloria.

Vita, non grando azioni gloriose. Semplicemente vita. vita in ogni fase, da bimbi e da vecchi, e in ogni condizione, da sani e da malati.

Suicidi e omicidi sono sì offesa dell’uomo, ma soprattutto opposizione alla gloria di Dio.

Lascia profondamente perplesso e turbato il sentire sentire cristiano ogni insulto alla vita, perché è un insulto a nostra Padre.

Il ragazzo che si droga o che si slancia in giochi pericolosi, il fumatore incallito, l’alcolista impenitente, l’atleta p lo sportivo che pongono a repentaglio  vita e salute, sono insulti a Dio.

Il buon senso dice: “È a loro danno: si arrangino!”. Il cristiano dice: “Dio patisce sofferenza!”.

In questi giorni tutti i giornali parlano di quel padre, che vuole la morte della figlia handicappata da anni.

Credevamo che i genitori facessero di tutto per la vita dei figli, perché i genitori amano la vita dei figli. Qui troviamo i genitori che combattono per la morte dei figli, pari alle madri abortenti o che gettano i figli nel cassonetto.

Per Gesù e per noi, gloria di Dio è sempre l’uomo vivente, l’uomo finché vive.

31.01.09      GCM