I due tempi
Alcune persone in difficoltà con se stesse
cercano aiuto nello psicologo o nel prete, oltre che nel medico o
nell’avvocato, quando non si rivolgono al commercialista, nel periodo
di dichiarazione dei redditi.
Quasi tutte le persona desiderano
risolvere subito, nel minor tempo possibile, il disagio provato. Il
medico somministra la pillola, l’avvocato il consiglio e il codice.
Soltanto lo psicologo e il prete offrono il mero dialogo.
Per
venire incontro alla fretta delle persone in difficoltà, molti metodi
psicologici hanno approntato le “psicoterapie brevi” e le applicano ai
propri clienti.
A questo punto la domanda: il tempo previsto dallo psicologo, corrisponde al tempo necessario al cliente?
Neppure in medicina la prognosi è sicura. Quante morti prevista non accadono e quante guarigioni prognosticate fanno flop!
Il
tempo di ciascuna persona, è una copia imperfetta, eppure analoga in
qualche maniera, al tempo di Dio, che non paga il sabato.
Quindi
anche certe frette degli psicologi possono rivelarsi fasulle e
ingenerare nello psicologo e nel cliente una forte delusione.
Se
è vero che, nel dialogo cliente-psicologo, la persona chiave è il
cliente, allora devono esser studiati i suoi tempi reali (non dovuti
cioè a motivi diversi da quelli del retto funzionamento personale) e
messi in primo piano.
Qualora i tempi dello psicologo, che
dipendono dalla gamma dei suoi “interessi”, prevalgano, non si può
parlare di autentico colloquio di aiuto.
GCM 30.06.06
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