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Vivere la vita

05.07.12

La contrapposizione tra Gesù, il nostro Gesù!, e i suoi avversari, è chiara. Gesù dona la propria vita affinché tutti abbiano vita. I suoi avversari per salvare la propria vita dal castigo dei Romani, provocano la morte di Gesù.

Dua vite si salvano: una con il dono della vita, l’altra con la perpetrazione della morte. La prima conduce a “vita eterna”, la seconda a una posizione effimera. Effimera fino all’anno 70, quello della distruzione di Gerusalemme.

La vita di Gesù è provocata dall’azione dello Spirito di Dio. La vita intesa dai suoi avversari è minata dal’odio di questi. E l’odio tende a distruggere.

Chi ama la vita, ama ogni vita, perché vede in essa l’azione di Dio. Chi odia la vita di chiunque, connazionale o profugo, propende a generare la morte.

Ogni guerra, familiare o internazionale, è frutto di odio. E’ inutile orpellare l’odio con la scusa di esportare la democrazia, o di difendere i diritti umani, come se gli avversari fossero senza diritti umani, primo dei quali è la vita.

Noi abbiamo optato per Gesù, a ragion veduta. Noi, rispettosi della vita nostra e degli altri, e amanti della vita, non siamo pecore cieche, ma cultori dei valori. La fonte primaria dei quali è il vivere. E ci troviamo a nostro perfetto agio con Gesù. Anche perché, quando i suoi avversari decisero il suo assassinio, Gesù si dichiarò padrone della propria vita: io offro la vita e io me la riprendo. Padrone e quindi sicuro che la morte  non gli toglieva la vita, perché timbrata di eternità.

Neppure a noi credenti, la morte toglie la vita. Morire è vivere, per chi crede. E rispettiamo la vita nostra e degli altri, perché in essa rispettiamo e viviamo l’eternità. Scegliendo la vita, abbiamo scelto un’eternità beata.

Chi sceglie la morte, quale eternità avrà? il famoso fuoco eterno?

GCM 29.04.12