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Perfezione

10.07.12

Più di qualche persona si spaventa davanti al “siate perfetti come il Padre vostro è perfetto”. E chi potrà mai arrivare alla perfezione di Dio? La Scrittura narra, come esemplificazione, di una donna, la quale aveva accettato l’invito:
“Diventerete come dei, o come Dio!”. Non le è tornato bene, e si è trovata, insieme con il marito, in una situazione peggiorata.

Essere come Dio, non torna bene a nessuno. Allora è opportuno capire le parole del Vangelo, per non trovarsi fuori fase, dopo lo sforzo di essere perfetti.

“Perfetto” è traduzione dal latino “perfectum”, a sua volta traduzione del greco “teleios”. Si tratta di qualche cosa di finito, di completato. Essere completo in se stesso, secondo la propria misura e la propria statura. Non imitazione di un ideale, bensì essere dotato delle possibilità insite in  quella stessa natura, e attuate secondo la propria dinamica.

Insomma un gobbo è completo secondo la sua situazione di essere gobbo, e non pretenda di essere completo spianando la gobba.

La povera creatura umana, come siamo noi, è “perfetta” se estrae da sé e attiva le sue qualità e possibilità. E’ completa se estrae dalla parte migliore di sé, la misericordia e il perdono. Come Dio è “perfetto” se agisce secondo se stesso, attivando la sua misericordia infinita.

Essere completi, nella bontà di cui siamo veramente capaci, è un nostro semplice specchiare la bontà di Dio, che si esprime, secondo il suo progetto. Siamo invitati a essere completi, poiché lui, che ci ha fatti, è completo.

Non angustiatevi per il domani, per ciò che diventerete. Vivete nella sincerità e nella pace il presente, l’oggi.

GCM 24.10.11