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Dalla, ieri e oggi

26.06.12

Lucio Dalla è morto. Molti lo ricordano, lo piangono, lo celebrano. Tutti costoro sono rivolti al passato: è stato bravo e geniale, era un tipo così, o così, ecc. Insomma: è stato, fu, era. Il passato.

E nel presente: si parla del cadavere, della camera ardente, dei funerali. Tutto qui? Non si legge e non si ode neppure una domanda: lui oggi dove e come si trova? Se è ancora in qualche modo vivo, come sta?

Il futuro, se lui è con Dio, è già nel suo presente, perché, in Dio, il presente dell’uomo è anche il suo futuro. Il futuro quaggiù è scontato: le sue canzoni, il ricordo, l’eventuale biografia. Ma qui si affaccia la domanda: se lui è ancora presente, gli interessano le celebrazioni e la sua permanenza nei canti? A che cosa oggi è interessato?

La fede ci indica che dopo la morte fisica, la persona non si annulla, ma continua. I filosofi, per scoprire come si attua questa permanenza, hanno inventato la parola “anima”, desumendola da quel modo aristotelico di dividere la realtà in forma e materia, e la persona umana in materia (corpo) e forma (anima), quella corruttibile e questa perenne. Perciò dicono che l’anima (e dunque anche quella di Dalla), perdura dopo la corruzione del corpo.

Perciò Dalla permane in una forma e in una dimensione nuova. Oggi, lui, musicista amante delle armonie, si trova più vicino ai discorsi, più o meno sinceri, che celebreranno il suo passato, oppure più vicino e in armonia con chi, sapendolo ancora presente, si affida alla preghiera?

GCM 02.03.12