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Tempio di Dio

Il tempio di Dio siamo noi, ci assicura l’apostolo.

Gesù l’aveva pur detto alla Samaritana, che non era esclusiva di Gerusalemme o del Garizzin essere il tempio di Dio, perché Dio è sempre presente, e a lui ci si accosta in spirito e verità.

Siamo il tempio di Dio. Analogia di questo tempio è il tempio di  Gerusalemme, nel quale Gesù rivendica l’unica funzionalità: adorare Dio. L’unica funzione di noi, tempio di Dio, è l’adorazione, il rivolgerci a lui, l’essere per lui: “fecisti nos ad te, Domine”, scrive S. Agostino.

Ogni altro uso di noi, è profanazione. Come fu profanato dai commercianti di bestie e dai cambiadivise, là insediatisi, il tempio di Gerusalemme. Dalla loro presenza Gesù purifica e restituisce alla nativa funzione il tempio.

Se noi siamo il tempio di Dio e per Dio, perchè in noi dominano le bestie, l’avarizia, la profanazione del tempio?
Perché, simili agli avari sommi sacerdoti, abbiamo permesso che nel tempio di Dio entrasse la bruttura e la perversione?

Eppure Gesù può entrare e pulire tutto.

Però Ezechiele dice di più, quando parla dell’acqua, che sgorga nel tempio, e poi rende ubertosa la terra e purificato il mare.

Dal tempio (chiesa? cristiano? cuore?) esce un’acqua che feconda e lava; il beneficio della santità del tempio, si espande.

E’ il destino del cristiano, che nel tempio riceve Gesù. Destinato a portare fecondità e purezza. Il cristiano è, in tutti i sensi, l’espansione di Gesù nel mondo. Il cristiano, tempio di Dio, non può vivere con gli altri, senza emanare “il profumo di Cristo, come scrive S. Paolo.

GCM 9.11.10, pubblicato 13.01.11