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Siete risorti

Una dinamica potente serpeggia nella nostra vita di cristiani. Essa emerge più vivace, man mano che gli anni trascorrono. Di essa è innervata la nostra esistenza, sospinta dalla fede.

Essa è la certezza della risurrezione. Risorgeremo, in un nuovo modo di vivere, di intuire, di amare. Risorgeremo sorridenti e freschi per bearci nella gloria e nell’amore di quel Dio, che, camminando nel tempo, abbiamo cercato sempre di amare, conviniti dalla fede di essere amati da lui.

Gesù, come ci assicurano gli evangelisti, ripeté che dopo la morte sarebbe resuscitato. E, a morte avvenuta, risuscitò davvero, lasciando sbalorditi gli apostoli. Essi, alla morte di Gesù, fecero ciò che tutti fanno dopo la morte di una persona cara: si abbatterono d’animo, prostrati nel pessimismo (“speravamo”, dissero!), nella paura (si chiusero a porte sbarrate!) nella depressione. E tutto questo disastro s’abbatté su di loro, a causa di un  forte calo di memoria: non si ricordavano, infatti, dell parole di Gesù, che aveva pur ripetuto in diverse occasioni: “Ma poi risusciterò”.

Anche noi spesso perdiamo la memoria della nostra stessa condizione.

Siamo stati “infettati” di risurrezione, che ci è stata inoculata dalla fede nel battesimo, e dalla parola di Gesù. L’inoculazione di risurrezione (“credo nella risurrezione della carne”, ossia dell’uomo) ogni giorno è richiamata e rafforzata dall’Eucarestia: “il Corpo di Cristo ci custodisca per la vita eterna”!

L’importante è non estinguere la dinamica risurrezionale, seminata in noi e iniziata dal nostro “capo”, Gesù.

Pieni di risurrezione, interpretiamo ogni nostro successo come anticipo di risurrezione, e ogni insuccesso guaribile dalla resurrezione.

GCM 06.04.11, pubblicato 30.07.11