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Quale amore?

Chi non fa sesso, è incapace di amare?

Sembra questa essere la mentalità moderna, che affida al “fare all’amore” il compito di amare.

Quando la pubblicità, o i giornali, o le dive, parlano di amore, intendono letto o divano. I rapporti affettivi, o l’essere legato affettivamente a una persona (come ha detto un noto personaggio pubblico) significa semplicemente entrare nell’intimità fisica con quella persona.

Dio, che non ha sesso fisico, è capace di amare? Possiamo credere all’amore di Dio, amore autentico?

Che cosa pensare di Gesù, che lodava coloro (se stesso per primo) che “si castrano” per il regno dei cieli?

Romanticherie anche quelle di Dio? Amori platonici quelli di Gesù?

Gesù, incapace di amare Giovanni, Maria di Betania, Maria di Magdala, la donna peccatrice, che piange sui suoi piedi?

Eppure proprio di questa donna, che baciava i suoi piedi, li lavava di lacrime, li asciugava con la lunga treccia della prostituta, Gesù dice che ha amato molto.

Uno strano amore, gettato per terra. Di questo, Gesù non solo si accontenta, ma tesse le lodi.

Ovviamente la misura d’amore, usata da Gesù, aveva altri parametri. L’amore che piange pentito, l’amore che si rivolge a Gesù, capace di capire, di perdonare, di salvare.

E’ amore, non è infatuazione, trasporto di simpatia, tensione passionale. Non è il misurare l’amore sulla base della capacità di coitare. E’ fuori da queste ristrettissime cornici.

E’ amore che si commuove, vedendo e comprendendo. E’ autentica penetrazione nell’altra persona, per toccarla là, dove anche lo Spirito di Dio arriva.

GCM 02.02.11, pubblicato 26.06.11