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Desiderio appagato

Quanto più desideriamo, tanto più si dilatano le capacità di accogliere quanto desideriamo. Questo è un pensiero di S. Agostino.

Il desiderio dilata. Il desiderio però sfocia in mete diverse, tanto che esso può diventare speranza cristiana, oppure ingordigia. La qualità del desiderio è influita dall’oggetto del desiderio. L’oggetto può essere Dio o mammona, purezza o perversione, povertà o ricchezza.

Gesù orienta il desiderio verso il Padre, dove è pace gioia e gloria. La stupidaggine, nostra e degli altri, indirizza il desiderio verso futilità o cattiverie.

Gesù crea una chiesa, che continui a rammentare Dio e il suo amore, affinché la grande potenza del desiderio non si corrompa. Il desiderio di Dio, diventa brama di lui, attesa del suo amore, speranza nella sua bontà.

Si nota la positività della predicazione, ossia dell’annuncio del Vangelo, ossia della “Buona Notizia”. Esso dilata il cuore degli uomini, riempiendoli di speranza. Speranza cristiana, ossia attesa del verificarsi, oggi e sempre, di realtà sicure. Speranza e attesa del Vangelo, sono sempre gravide di serenità, e di gioia.

Possiamo notare purtroppo la negatività di buona parte della pubblicità commerciale, che stimola il desiderio verso beni materiali, quasi sempre superflui. Qui la speranza si corrompe per trasformarsi in avidità, cupidigia, libidine. La pubblicità si prefigge di creare il desiderio di oggetti non ancora posseduti, ma presentati come possibili, a una sola condizione: pagarli.

La speranza si indirizza a oggetti non ancora veduti, ma possibili, a una sola condizione: amore gratuito.

GCM 18.02.11, pubblicato 27.04.11