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Adesso e dopo

Domande oziose e alquanto cretine, si sono sempre udite e lette nella storia del’umanità e durante la nostra breve vita.

Tra le molte domande oziose, ossia inutili e che non sono corredate da risposta, sono quelle sull’al di là. Sul dopo-morte.

C’è la reincarnazione? Esiste l’inferno eterno? Come è l’inferno? Come è il paradiso? Insomma un cumulo di curiosità su quanto non si può né vedere né ipotizzare.

Chi si è trovato nelle condizioni del dopo-morte, come Lazzaro, il figlio della vedova di Naim e la figlia di Giairo, non ci hanno lasciato alcun documento, anche perché la loro morte non fu definitiva.

L’unica persona che dopo la morte definitiva è ritornato a parlare, è stato Gesù. Quel Gesù, che, vivendo nel seno del Padre, ha rivelato qualcosa dell’al di là.

Ma questo Gesù è diventato uomo, non per fare una disquisizione inutile sul dopo, ma per rendere felice la vita degli uomini adesso.

Gesù invece “scende” nell’al di qua, per indicare la via alla felicità nel presente, sebbene  tuffati nelle difficoltà e nei successi dell’oggi.

Sembra che Gesù alle troppe persone che vogliono fuggire nelle curiosità sull’al di là, indichi il modo di legarsi nell’al di qua. Dalla speculazione alla realtà. Dalla perdita nei voli, alla conquista del vero.

In questa conquista Gesù non nega un sicuro dopo, ma lo connette realisticamente con l’oggi, del quale il dopo, per quanto arcano, è una naturale conseguenza. Buono l’oggi, buono il domani.

GCM  03.04.11, pubblicato 15.09.11