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Vita piena

Forse, nel progetto di nostro Padre, la nostra vita si prolunga perché maturi in noi il desiderio di vedere Dio, ossia l’aspirazione ad “una vita migliore”. Forse la sofferenza dell’agonia è una preparazione, ossia un bisogno di liberazione totale.

La vita diventa tensione verso l’eternità, dinamico cammino della creatura verso la dimora con il Creatore.

Tutto è permeato dal tempo che cammina, perché tutto è permeato della potente energia dello Spirito. Mentre l’uomo di carne teme la morte della carne, l’uomo di spirito agogna lo squadernarsi della vita totale, della vita risorta.

Perciò la vita del credente è sempre illuminata dalla presenza della risurrezione. Proprio come i Vangeli, che sono stati scritti, perché il protagonista era già risorto. Gesù è venuto per rendere più felice il cammino verso l’eterno, quasi per rendere infiorita la strada, che pure riserva qualche asperità. Gesù facilita il cammino, non riedita il paradiso terrestre. Lui è sempre rivolto verso il Padre e ci coinvolge nel rivolgerci verso lo stesso Padre.

La nostra vita è limitata, ripiena di un desiderio impellente verso la completezza. Questo desiderio, quando è stato intriso di Spirito Santo, si illumina coscientemente di risurrezione. Il desiderio naturale di una vita totale, è il terreno provvidenziale, nel quale si semina l’opera dello Spirito Santo. E così il desiderio di immortalità finalmente si specifica come netto e nitido desiderio di risurrezione.

Gesù, con la rivelazione, ci ha fatto scoprire il vero senso del desiderio di immortalità, che si trasforma da implicita a esplicita tensione alla risurrezione.

GCM 08.05.10   -  pubbl. 01.08.10