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Rimbambire

La parola “rimbambire” di solito è segnata da una accezione negativa e ironica: perdere le facoltà mentali. Rimbecillirsi.

Eppure Gesù indica un rimbambimento, e senza mezzi termini: ”Se non ritornerete indietro e non vi farete bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.

Chi ha ragione? Il vocabolario o Gesù?

Sicuramente Gesù non ha inteso l’età cronologica, l’infanzia fisica. Lo aveva dichiarato espressamente a Nicodemo, che all’invito di Gesù di rinascere, aveva obiettato che nessuno può rientrare nel ventre della propria madre.

Eppure Gesù affermava che si poteva davvero rinascere, ma tramite l’unione dell’acqua (elemento materno) e dello Spirito, come avvenne di lui stesso nel ventre di Maria. Rinascita, ossia ri-infanzia.

Alla rinascita corrisponde uno sfrondare le pretese e le abitudini degli adulti.

Anche l’età cronologica influisce. Invecchiando la vita si semplifica, si sfrondano le pretese, si ritorna all’essenziale. Io definirei, questo ritorno alla semplicità, il dono del rimbambimento.

Certamente questo dono non casca all’improvviso, ma tutta la vita retta è preparazione a una vecchiaia retta.

Gesù, all’inizio della sua vita, incontrò due anziani, quando fu portato al tempio per essere offerto a Dio, come narra il Vangelo di Luca. Lì fu incontrato da due anziani: Anna, di 84 anni, e Simeone, che si presume avanzato negli anni, perché accenna alla propria morte.

I due anziani avevano affinato e semplificato la loro sensibilità, e perciò intuirono che il bambino, figlio di Maria, non era come gli altri. Tutta la vita si erano preparati a una vecchiaia capace di intuire la presenza del Figlio di Dio. 

GCM  19.10.09