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Astuccio e anello

L’astuccio e l’anello. Due oggetti di valore. Spesso uno dei due oggetti perde il valore. L’astuccio si deteriora, ma l’anello mantiene il suo valore. Altre volte l’astuccio è bello, quasi fosse celliniano, ma l’anello è una patacca. A volte né l’astuccio né l’anello valgono.

Nella storia, tranne che per la vita dei santi, molte volte la Chiesa fu un astuccio deteriorato nei ministri e nei cristiani, ma l’anello è sublime, perché è la presenza di Gesù. Gli intelligenti, in questo caso, pur criticando l’astuccio, mantengono il grande tesoro, Gesù contenuto nella Chiesa e in lui si salvano.

I meno intelligenti, e oggi sono miriadi soprattutto tra coloro che si piccano di essere intellettuali, gettano via l’astuccio con tutto il contenuto, e perdono quel dono preziosissimo che è Gesù. Gesù può essere rifugiato in una mangiatoia, anzi per trovare lui è necessario cercare la mangiatoia, dove lui si trova a giacere.

C’è anche la possibilità che la Chiesa sia come le oche, come la bellezza dell’asino: bella fuori, con riti stupendi (magari in latino!), con raduni oceanici, ma senza la presenza di Gesù.

Infatti i funerali in Chiesa, quando si tratta di persone celebri, sono come una bella donna, oca senza interiorità. Il rito è curato, ma la maggior parte dei partecipanti non pensano a Gesù, non si accostano alla comunione, non sanno neppure che l’Eucarestia è Gesù presente.

Comunque questo è il destino di ogni religione di stato, cristiana, musulmana o induista. Il gesto che prevale sul cuore, l’astuccio vuoto, la cerimonia senz’anima.

Per grazia dello Spirito Santo, oggi ci sono ancora delle persone che relativizzano o gettano via l’astuccio, per godersi l’anello.

GCM 26.01.10