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Amore e superficie

La superficialità si arresta e si nutre delle immagini, della pelle delle cose. E’ una condanna di chi guarda e di chi riferisce ad altri l’apparenza delle cose.

Nei quotidiani, non proprio in tutti, ma nella maggioranza, quando si riferisce qualche notizia, che riguarda preti, frati e suore, si notano soltanto le sciocchezze o peggio.

Il prete tennista, la squadra di calcio vaticana, il prete che partecipa ad “Affari tuoi”, la suora tifosa della squadra di calcio, la suora esperta di cucina, sono notizie recensite. Poi, talvolta, si nota l’uccisione del prete e della suora. E infine, dovizia di notizie sul prete diventato padre, sul presbitero pedofilo, sul frate beone e sulla suora arpia.

Si tace sul lavoro di una altra suora che per anni ha lavato e imboccato un’ammalata, sul prete che propaganda Gesù, e la più grande realtà: l’amore di Dio.

Forse dell’amore di Dio non si sa che farsene, quando non rare persone, negli incontri interpersonali esaltano il piacere ed escludono l’amore.

L’amore non è necessario per vivere? Se non è necessario l’amore, che è la realtà più alta del vivere umano, ogni altra realtà perde di consistenza. Non è necessaria la rettitudine, a cosa serve l’onestà?

Se l’amore si scambia con il sesso, non è da meravigliarsi che i disonesti contro l’amministrazione statale, uniscano così spesso escort, travestiti e corrotti. La corruzione va necessariamente a braccetto con i bagordi. L’agire umano è unitario.
La caduta di un valore trascina nel baratro altri valori. La corruzione nel pubblico non è diversa dalla corruzione nel privato. Staccare l’una dall’altra è un dilettarsi alla superficie della persona, che si redime solamente se sa amare...con un Dio che ama.

GCM 04.03.10