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Vita e morte


   La più bella preparazione alla morte è il vivere. Vivere con libertà e riconoscenza il presente. La morte infatti è uno degli eventi della vita, preceduto da un’infinità di altri eventi.

    Vivere con serenità il presente, ringraziando Dio per ogni istante che trascorriamo. Ogni istante da Lui è stato previsto, quando dall’eternità (come ci si esprime noi col nostro linguaggio cortissimo quando parliamo di Dio!), dall’eternità ci ha progettati e amati.

    Interessati a vivere, compiendo la Sua volontà che coincide con la nostra libertà, noi camminiamo spediti nella via tracciata dal Padre, che ha anche previsto la nostra morte: quando e come, lo vedremo al momento giusto.

    Vivo accanto a una persona molto anziana, che declina ogni giorno di più. Eppure sento in lui la benedizione di Dio.

    Pensavo a lui leggendo la lettera agli Ebrei, dove dice che i cristiani dimostrano la loro carità verso “il nome di Dio”, quando aiutano gli altri santi, cioè i cristiani santificati dalla fede in Gesù. Nella sua vita, quella persona, ha ascoltato, assolto, consolato una moltitudine di “santi” nel suo confessionale. Quindi ha passato la sua vita a dimostrare la sua carità al nome di Dio. Tutto questo è vivere la vita, ed essere sempre pronto alla morte.

   Morte, momento della risurrezione, abbraccio definitivo con il Padre, superamento dei sentimenti discordanti, delle tensioni tra persona e persona, per ricuperare nella Trinità l’amore tra le persone, in una sublime comunione dei santi.


   Anche quelli che ci  hanno offeso, che sono stati nostri avversari e persecutori, ora in Dio ci amano.

   GCM 16.01.07