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Essere di Gesù


   Conosciamo la testarda, e provvidenziale attenzione dell’Antico Testamento all’osservanza delle leggi, dei precetti e delle norme. E le leggi erano decine e decine, tanto che si proponeva di osservarle aveva poco spazio per badare a sé, alla famiglia e all’operare.

   Fortunatamente alcune scuole ascetiche cercavano di indicare una gerarchia tra le leggi. Da qui nasce la domanda a cui viene interessato Gesù.: “Qual è il più importante dei comandamenti?”: E Gesù restringe a due i comandamenti: l’amore a Dio, e l’amore al prossimo. Da questi due comandamenti tutto il resto della Legge proviene.

      Però Gesù unifica ancora di più il “comandamento”. Prima di tutto al posto del freddo comandamento, egli parla della calda e amorosa volontà del Padre, e poi indica quale è questa volontà. “Questa è la volontà del Padre, che crediate in colui che ha mandato”.

     Dall’osservanza di precetti, si passa al vivo accordarci, non con una legge, ma con una persona: il Padre.

     E poi la legge, ossia la Parola, del Padre è una persona viva: Gesù.

    Perciò Paolo ci avverte: la legge conduce alla morte, l’affidarci a Gesù conduce alla vita.

     Affidarci a Gesù, cioè credere a chi è stato mandato, è un lasciarci penetrare da lui. “Vivo io, non già io, ma Cristo vive in me”.

       Non una maschera: osservo il Vangelo.

      Ma una vita: Cristo vive in me.

     E vivendo Gesù, a poco a poco, scopriamo che, quanto più ci assimiliamo a Gesù, tanto più ritroviamo noi stessi, la nostra natura autentica. Ci “rinneghiamo” in ciò che in noi è disumano. Immessi in Gesù, scopriamo davvero noi stessi.           

GCM     03.03.07