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Corpo risorto

Gesù viveva la sua vita, con la prospettiva della Risurrezione. Stranamente i commentatori del Vangelo designano sempre la profezia di Gesù sul proprio futuro, come “predizione della Passione”, trascurando il fatto lampante che quelle predizioni terminavano con il preannuncio della risurrezione. Essi si fermavano a considerare e a sottolineare la via, trascurando e oscurando la meta.

Gesù era destinato alla Risurrezione. Il corpo di Gesù, il suo fisico erano predisposti in modo tale che erano pronti a ricevere non solo la vita, dono di Dio, ma anche la risurrezione, completamento del dono di Dio.

Infatti quel suo corpo, visto e toccato dai suoi discepoli durante la sua vita terrena, riapparirà e si ripresenterà tattile (“Tommaso, avvicinati e tocca!”) dopo la Risurrezione. Quello stesso corpo concreto, voluto dal Padre (ricorda l’annunciazione) per la vita, la predicazione, la taumaturgia, la morte di Gesù, è lo stesso corpo che si offre risorto. “Abbiamo mangiato con lui, dopo la Risurrezione”.

Organismo di Gesù predisposto a essere obbediente ad accogliere la vita, e ad accogliere la risurrezione.

Noi siamo assimilati a Gesù. Il nostro organismo è predisposto alla risurrezione fino dall’eternità, come ci insegna S.Paolo. Se il Padre ci invita a essere “puri in questo mondo”, non è per castrarci, ma per anticipare il gusto della risurrezione. Lo sapeva e lo diceva Paolo: “Siete morti e siete (presente) risorti con Cristo”.

Le fibre del nostro organismo si sentono incomplete e quasi insoddisfatte, perché ancora non attivate nel loro potenziale di vita e di risurrezione. Nel nostro corpo freme il desiderio di eternità.

GCM 08.07.05