Si può amare

Come puoi amare Dio, che non si vede, se non ami il fratello che si vede?

Dal visibile all’invisibile, non soltanto nel conoscere, ma soprattutto nell’amare.

Dio stesso si è sottomesso a questa dinamica, da lui accesa nei nostri cuori, quando si fece visibile e amabile in Gesù. Amabile tanto da trascinare con sé uomini e donne, dedicati al suo amore. E’ vero che troviamo il grande amore di Maddalena e lo sbiadito amore di Pietro, fino alla infiltrazione dello Spirito Santo.

Come facciamo noi, sacerdoti religiosi, a predicare l’amore di Dio, se perfino quando ci incrociamo in convento, siamo incapaci di un sorriso o di un saluto? Come possiamo indicare in predica l’amore unitivo a Dio, se disprezziamo concretamente il “fratello” (!) che ci cammina accanto?

Il Padre ha facilitato l’indirizzo del nostro amore a Lui, donando Gesù, e donandoci tutta l’umanità intera. Almeno tra miliardi di persone, ne possiamo trovare una così amabile da amarla, e imparare così come si ama Dio.

L’amore dei bambini, le passioni e le cotte degli adolescenti, la scoperta luminosa dell’altro sesso, l’incontro con la persona con cui condividere vita e intimità, l’incontro con le persone compartecipi, che diventano amiche: tutto è scuola di amore verso Dio.

Le relazioni umane, depurate da eccessivo egoismo, sono via alla Trinità, sono occasione di Spirito Santo. Appunto “depurate da eccessivo egoismo”, quello per cui ci si rivolge agli altri solamente per servirsene a nostro piacimento o alla nostra libidine.

Dio crea il mondo con amore e in vista dell’amore.

GCM 24.07.11, pubblicato 14.11.11