Angeli custodi?

Ho notato nei piccoli gruppi, laici o religiosi, uno sport abbastanza frequente: lo sport dell’Angelo custode. Un angelo attento a ciò che fanno gli altri, seguendoli in tutti i loro passi.

E’ vero: l’angelo custode segue il protetto in tutti i suoi passi, per illuminarlo, custrodirlo e mantenerlo nella via retta. Se vede i suoi difetti, è come Dio: vede in vista di beneficare, di amare, di rimediare.

La differenza tra l’angelo cutode mandato dall’amore paterno di Dio (pietas), e l’uomo che si promuove angelo custode dei fratelli o dei confratelli è questa: l’angelo di Dio vede i difetti per edificare il protetto; l’angelo umano scova tutti i difetti, anche quelli inesistenti, del “protetto”per criticarlo e per distruggerlo.

L’angelo di Dio sottolinea anche le buone azioni del suo protetto. L’angelo umano non s’accorge di nessuna buona azione del suo protetto.

Lo sport dell’angelo custode è esercitato da persone irrequiete, franate dentro, che si dilettano di far franare gli altri per ridurli in poltiglia come loro. Lo sport dell’angelo custode tende a livellare a zero il protetto. Di questo livellamento sono vittime piccoli e grandi gruppi, anche perché (e non solo) più spesso sono nominati a coordinatori di tali gruppi proprio persone che esercitano lo sport dell’angelo custode, come quel tale che, eletto superiore, si vantava di aver “occhi lunghi”!

Eppure la soluzione sta in questi “protetti speciali”. Come Gesù, che era continuamente spiato dalla gang dei giudei, scribi, sacerdoti ed erodiani. Il “protetto” può trasformare in offerta a Dio e in  preghiera per i suoi persecutori le proprie insistenti sofferenze. “Padre, perdona loro, perché non sanno ciò che fanno”. “Pregate per i vostri nemici”.

GCM 30.11.10, pubblicato 07.02.11