Il Dio della pace è con noi. “Vi offro la pace, vi do la mia pace”. Pace è un saluto e una benedizione: “Quando entrate in una casa, dite: la pace è propria di questa casa”. L’ingresso di un apostolo in una casa, trasforma la casa in un ambiente di pace.
“La pace è vostra: come il Padre ha incaricato me, così io incarico voi”. La forza che sprigiona da Gesù e dai suoi incaricati è lo Spirito che rende pacifici i cuori degli uomini. Anche il cuore dell’uomo se è portatore di pace, è già nel novero dei figli di Dio.
Quale pace? Non solo il superamento dei conflitti: armi o odio, malcontento o zuffa e omicidi (anche la guerra, per quanto dichiarata giusta, è fucina di omicidi), ma anche la pace del sorriso, del saluto, dell’intesa, del cuore pieno di simpatia.
La pace del cuore è la fonte di ogni altra pace, familiare, sociale, conventuale, mondiale. Far pace nei nostri cuori: pace nei cuori è preparare, spianandola, la strada a Dio.
Ma se Dio stesso non spiana la strada dentro di noi, i nostri sforzi non realizzano nulla. La pace nel nostro cuore, incomincia dalle nostre ginocchia. La preghiera che invita il Dio della pace, a impadronirsi delle nostre idee e dei nostri sentimenti.
Nella preghiera, quando davvero parliamo con il Padre, si apre quella distensione, che ci addolcisce e che diventa anche la pace con gli altri e per gli altri.
La vera preghiera non può giungere al suo amen finale, se prima non ha accettato di diventare la pace di Dio.
GCM 03.09.07