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I precetti

Seicentotredici erano le norme scoperte dai farisei e dagli scribi per essere in grado di osservare la legge di Mosè ed essere così sicuri di avere la vita eterna. Ricordiamo la frase: “Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?”. Il meccanismo ferreo tra l’osservanza delle norme e l’acquisto della salvezza.

Le 613 norme regolavano la condotta dell’osservante la Legge, dal risveglio all’addormentarsi (e anche di notte). Ricordo che i miei insegnanti indicavano meravigliati la quantità di norme. Gesù si era opposto a questi pesi che opprimevano la povera gente, come noi.

Eppure mi trovo davanti il Codice di Diritto Canonico, con più di 613 commi, i Diritti Civile e Penale, e commerciale, e...

E poi le norme innumerevoli delle Costituzioni degli Ordini religiosi, costituzioni che il novizio deve promettere di osservare. E si sente dire: “Se osserverai queste cose, ti prometto la vita eterna”.

Negli annali degli istituti religiosi, si lodano i religiosi fedeli alla “regolare osservanza”, cioè scrupolosamente ligi alle norme delle Costituzioni e degli Statuti.

Ho l’impressione che ci risiamo, che il farisaismo non è stato dimenticato. Che la legalità delle norme sia il criterio di vita e di giudizio.

Ricorrere a Gesù è necessario oggi più di allora, per superare le oltre 613 norme di oggi.

Andiamo da Gesù, noi tutti affaticati e tormentati, e lui ci ristora. Andiamo alla sua scuola e impariamo da lui che è mite e umile, impariamo a sottometterci al suo carico, e troveremo la pace nella nostra vita.

GCM 25.08.08