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Beati i puri

Beati i puri nel cuore, perché essi vedranno Dio.

E’ il metodo per la contemplazione. “Mostraci il Padre e ci basta!” è la richiesta di Filippo. E’’ la nostra richiesta, di gente stanca d’aspettare. Gesù parla del Padre, fa vedere quanto l’ama e come è preso tutto dal Padre. Contemplare il Padre diventa desiderio di chi vive con lui, e vuole avere la stessa esperienza di Gesù.

Il metodo è chiaro: purezza nel cuore. Uscire dalle sterpaglie e dai grovigli del pensiero, che crede di vedere Dio negli ascetismi e nelle meditazioni complicate. Il cuore puro è un cuore sgombro dalle complicazioni della teologia, della filosofia e delle scienze. Quando si desidera vedere Dio, la nudità del cuore, la povertà dell’intelligenza, è l’unica condizione necessaria.

Infatti Dio nasconde se stesso ai sapienti e agli intelligenti e si mostra agli umili.
Non si raggiunge il Padre, pretendendo di “avere la vita eterna” montando sui gradini del nostro sapere pretenzioso. Dobbiamo vendere la ricchezza delle nostre speculazioni donandole ai piccoli. E poi con loro, con le loro intuizioni disadorne e semplici possiamo ammirare il Padre.

Buttar via libri, studi, scienza? Ridurci all’ignoranza? Questo si ridurrebbe a una ricchezza, a un groviglio di cuore, che pretende con le proprie idee e le proprie controidee di vedere il Padre.

Il Padre arriva a un cuore aperto, con il desiderio di vederlo e con la purezza che non pretende di accalappiare Dio, irretendolo nei nostri ragionamenti illuministici. Il cuore può essere puro in un Francesco d’Assisi o in un Tommaso d’Aquino, quando tutti e due chinano le ginocchia della mente.

GCM 03.08.07