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Come e perché

Quante volte mi sono sentito oggetto di una raccomandazione:” Guarda e senti e fa’ come loro!”. Evidentemente io avrei bisogno di migliaia di vite per imitare i santi, perché ogni santo ha vissuto la “sua” vita, unica (e, per fortuna, irripetibile!).

Allora mi fu proposto un alleggerimento dell’incombenza: “Tu, francescano, guarda Francesco d’Assisi, e fa’ come lui!”.

Se io faccio come lui, dove stavo io e mi era permesso di fare “come me”?

Per allettarmi allora mi fu proposto: “Guarda Gesù Cristo, e fa’ come lui!”. Allora mi sono messo a studiare per fare Dio e i miracoli, cosa che non mi riesce ancora, come riesce a qualche conosciuto politico.

La differenza di atteggiamento nel considerare i santi credo stia tra il “come” e il “perché”. I santi li ammiro ( e ammiro in particolare l’audacia dei loro biografi), ma mi sono dispensato dal fare “come” loro.

Se invece cerco di scavare nel “perché” del loro vivere e del loro operare, allora si apre in me un po’ di chiaro. Perché essi agivano e vivevano il quel “modo”?

Risposta: per amore.

Il loro amore era grande e li spingeva a opere grandi, con l’azione dello Spirito Santo.

Il mio amore è piccolo, come è piccola la mia fede: una semenzina di senapa. Però è tutto l’amore di cui dispongo. Magari ne avessi di più! Però anch’io posso agire e vivere con amore. Un povero amore, attraversato e striato da egoismi innumerevoli, ma sempre amore.

Gesù che ha apprezzato gli spiccioli della vedova, sa anche apprezzare i grani del mio povero amore. A lui ci affidiamo.

GCM 28.11.05