Felicità ovunque

Una sensazione gustosa ci sorprende al risveglio durante le ferie: la gioia del riposo, del non far nulla beatamente.
Non è solamente il gusto per un meritato riposo, durante il quale non faccio altro che il mestiere dell’oziare. E’ una gioia che scatta anche dall’obbedire. Obbedire serenamente ai miei ritmi (ritmi dell’età), al desiderio di chi mi vuol bene, alla volontà di Dio, che non mi vuole suo schiavo, ma amico, e con Gesù mi dice : “Andiamo a riposare un po’!”.

La gioia dell’ozio per Dio. Mi hanno sempre inculcato di operare e di soffrire per Dio, non ricordo che mi abbiano indicato di riposare e di dormire per Dio, sebbene frequenti fossero le preghiere per invocare Dio a custodire il mio riposo. Ma il riposare a favore di Dio, difficilmente l’ho trovato nella mia vita. Eppure Dio ha ispirato sempre le persone che mi hanno amato e che mi amano: “Fammi un favore, riposati!”.

Stamani, mentre mi alzavo contento di aver fatto un piacere a Dio, oltre che a me e alle persone care, mi è balenata dal profondo annoso dei miei studi liceali, la frase di Virgilio, riconoscente al suo mecenate: “Deus haec otia fecit”: il dio mi ha procurato questo riposo, questo non lavoro. Evidentemente al posto dell’imperatore Augusto, quel “Deus” l’ho collocato a un livello superiore, per riferirlo a quella Persona, che soltanto merita il nome di Dio.

Al sollievo del riposo, si aggiunge la gioia dell’obbedienza a Dio e della mia armonia con lui.

La bellezza di trovare Dio in ogni mia azione, nel riposo e nel lavoro: anche in questo poter scrivere l’inno di ringraziamento per la sua bontà amorevole.

GCM 24.08.11, pubblicato 20.02.12