Amare Dio 1

Leggo in Diadoco di Fotice, un illustre sconosciuto alla quasi totalità dei credenti a Cristo: “Quanto più si è in grado di accogliere l’amore di Dio, tanto più lo si ama”.

E’ notevole questo quasi capovolgimento: dall’amore attivo all’amore passivo nell’uomo. Io amo non sforzandomi di amare, ma accogliendo l’amore. Perché l’amore accolto è un grande amore verso chi mi ama.

Già nella prima lettera di Giovanni troviamo l’affermazione: “In questo consiste l’amore: Lui ci ha amati per primo!” Qui si nota l’inutilità dei nostri sforzi per amare, con le conseguenti frustrazioni. Lui ci ama in anticipo. E forse è più amore vedere e scoprire quanto Dio ci ama, che non quanto noi lo amiamo.

E’ quindi, amore autentico una costante lettura della Parola di Dio, il dilettarci nello scoprire fino a dove è giunto l’amore di Dio per noi. Il sostare con il cuore sospeso a ricordare e a sorbire quel “Dio così ci ha amato: nel donare suo Figlio”. Il bearci in quel “Il padre vi ama”. L’immergerci nella parabola del figliol prodigo.

Il nostro amore al Padre è facilitato dalla scoperta del suo amore per i figli. Non più domande: “Ma io amo Dio, quanto lo amo?”, ma affettuosa e gioiosa ricerca : “Lui come e quanto mi ama?”.

Scoprire questo ci inonda di riconoscenza, ci intenerisce di affetto, ci spinge al semplice e autentico amore, nutrito dal beneficato.

Giuseppe da Copertino, quando si imbatteva in Gesù, lo ammirava, gridava il suo “Giesù, Giesù!” ed entrava in estasi. Il precetto “Ama Dio” si risolve nel semplice “Lasciati amare da Dio!”.

GCM 22.01.10