Nel buio

Spesso il buio. E’ detto anche notte dello spirito. Stanchezza nel proseguire. Depressione psichica. Prova divina.

Periodi di calo psichico e di insensibilità possono avverarsi (e normalmente si avverano) nel proseguire la vita di relazione a Dio.

Il fenomeno è studiato dai mistici e dagli psicologi. Le cause sono molte: psichiche e ambientali, dovute ai malesseri, al calo di interesse, al disagio prodotto dalla comunità, al senso di inutilità della vita, ecc.

Eppure, per chi crede, il buio è anche una grande opportunità di fede.

Chi crede s’affida a Dio. Il buio è l’occasione per fidarsi ancora di più. Naturalmente è necessario, contemporaneamente, pulire la nostra vita da abitudini nocive, come la mancanza di sonno, il troppo lavoro, l’anoressia, gli sforzi eccessivi, la ricerca del piacere, l’agire scorbutico con il prossimo, il calo degli “esercizi pii”.

Nel buio fidarsi e alimentarsi di Parola di Dio e di Eucarestia.

Parola di Dio ed Eucarestia sono i canali arcani, che accettano l’opera dello Spirito in noi. Lo Spirito opera sempre: è necessario che noi lasciamo aperti i canali. La costanza nel leggere e nell’ascoltare la Parola di Dio e nel frequentare l’Eucarestia (soprattutto quando è cessato il piacere ed è tramontato l’entusiasmo) sono una delle opere per “tenere aperto il canale”. Nel silenzio intanto lo Spirito di Dio opera, per preparare la nuova luce.

Affidarsi, nel buio, equivale a Parola, Preghiera, Eucarestia. Affidarsi non per ricevere un’egoistica consolazione, ma per rimanere in Cristo, con Cristo.

GCM 19.03.07