Le menzogne servono per scusarci davanti agli uomini e per ingannare noi stessi. A Dio, grazie al Suo Spirito, è impossibile mentire. Però noi mentiamo per paura, perché non ci sentiamo approvati. A cominciare da bambini, quando per scansare rimbrotti, castighi o assenza d’affetto, mentiamo bellamente ai nostri genitori.
Più avanti si impara a mentire, per non essere esclusi dal gruppo, che spesso fonda la nostra sicurezza psichica, soprattutto quando compiamo azioni che noi stessi disapproviamo.
Poi impariamo a mentire a noi stessi, quando compiamo azioni o culliamo idee o parole contro ciò che noi abbiamo scelto (o ci hanno fatto scegliere!) come nostro ideale. La paura di non essere belli interiormente, come pretendiamo di essere.I Profeti condannano la menzogna davanti alla divinità. “Tu rubi e opprimi il prossimo, e poi vieni a offrire vittime nel tempio”.
Si può mentire a Dio, quando immaginiamo una divinità lontana e distratta: “Dio non mi vede e non parla e non ascolta e, possibilmente, non castiga”:La paura di Dio ci istiga a mentire anche a Dio, non solo quando ci parla attraverso la Scrittura, la Profezia e Gesù, ma anche quando ci parla attraverso la nostra coscienza. Evidentemente, deve trattarsi di una coscienza illuminata dal Vangelo, non di una coscienza erronea che ci precipita nello scrupolo o nel crederci al di sopra del bene e del male.
“Confesso a Dio onnipotente...” . E’ come l’antifona della verità, la sconfitta della menzogna. Menzogna che viene combattuta, soprattutto se ci abbandoniamo a Gesù, via, verità, vita.
GCM 02.09.07