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Tenebre

    Le tenebre non hanno accolto la luce, che è Gesù. La ma ncata accoglienza è dovuta al bisogno di nascondere le opere  non buone. Chi si lascia illuminare, glorifica Dio.

    Le tenebre, che il Vangelo condanna, non sono soltanto gli oppositori all’opera di Gesù: a questi allude principalmente il Vangelo. Tenebre si allignano in ciascuno di noi.

    Per scovare queste tenebre, il metodo è semplice: guardiamo a ciò, cui più ci teniamo stretti. Adulterio, imbroglio, orgoglio, alto concetto di noi, ricchezza, ambizione. Insomma oscura la nostra vista tutto ciò cui siamo più legati, compresi il troppo riposo e il troppo cibo, la pigrizia o il superlavoro.

    Ciò che ci inganna Gesù l’ha svelato: vi perseguiteranno credendo così di glorificare Dio.

    Molti nostri difetti sono orpellati dal manto della religione. Essi sono le tenebre più fitte e più difficili da estirpare.

    Ricordo il professionista, che cercava i primi posti, la bella figura, l’apprezzamento degli altri. E questa sua ambizione era coperta da un: “Mi mostro capace e bravo, per dimostrare che anche un eccellente professionista può essere un credente”. La vanità vestita di casula.

    O la signora, sempre vestita e addobbata all’ultima moda: “Voglio dimostrare che anche una persona di mondo, può essere una cristiana, che frequenta la chiesa”. La vanità coperta di piviale, mentre fa spendere un sacco di quattrini al marito, quei quattrini che sono proprietà dei poveri.

    Il Signore sa, quando persone di questo genere (“allungano le vesti” del Vangelo) potranno giungere alla luce.

    GCM 18.04.07