HOME

Home > ITINERARIO e PSICOLOGIA > Articoli 2007 > Desiderio e preghiera

Desiderio e preghiera

Chi ha imparato a conoscere Gesù, sente continuamente, dentro di sé, l’attrazione a sperimentare ciò che lui ha sperimentato (e tuttora sperimenta, perché la risurrezione non cancella, ma eleva le capacità della persona).

Gesù ha sperimentato l’amore per i suoi, e, da risorto, continua a curarsi di loro, li segue, li sostiene con la sua forza personale dinamicizzata all’infinito.

Gesù attrae. I denigratori di Gesù, antichi e recenti, giocano un gioco pericoloso: si privano di entrare nell’esperienza di Gesù, dove tutto si illumina e si addolcisce. Essi credono di “salvarsi” da Gesù, e di salvarsi da soli tramite la cruda razionalità, mentre soltanto Gesù resta l’unico salvatore.

Chi ha accettato Gesù, non è nato da sangue o dal volere di un uomo, ma da Dio è nato.

Nascere da Dio è la radice del nostro condividere la sorte e i sentimenti di Gesù. Perciò il desiderio di sperimentare le esperienze di Gesù, non è fantasticheria, ma esigenza di nascita, bisogno di “natura” generata da Dio.

L’appagamento di questo desiderio non lo possiamo attuare con le nostre forze: nasce da Dio, e soltanto lo Spirito lo può realizzare.

Però lo realizza con noi, non senza di noi. E il nostro apporto alla realizzazione è un apporto di poveri: esso si concreta nella preghiera e nell’intensificare del desiderio.

Esporre- continuamente - nella preghiera il nostro desiderio di vivere Gesù.

Quasi senza che ce n’accorgiamo, dentro di noi si inocula la percezione di non vivere per noi, ma vivere lui.

GCM 11.01.07