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Il dono della vecchiaia

Il dono di essere anziani! Si è più vicini all’abbraccio con il Padre. Si sente il profumo di casa, più di quando si immaginava che la morte sarebbe venuta chissà in quale età, evidentemente un’età lontana.

Quando, al rientro di una giornata di lavoro, soprattutto se invernale, si sta accanto alla porta di casa, si percepisce che oltre l’uscio, esala il profumo della cena, si sente la voce della persona che amiamo, si pregusta il tepore dell’appartamento e la corsa gioiosa dei figli che si accostano per salutarti, allora il cuore si dilata e sorride.

L’anzianità è il sentirci vicini alla porta di casa, l’intuire ciò che avviene dietro. E il desiderio gioioso di entrare pervade la vita. Si attende nella serenità che quella porta si spalanchi, per attraversarne la soglia.

Il dono di essere anziani, quando si stanno sbrigando le ultime faccende, e si sente che esse valgono in proporzione del loro rapporto con ciò che sta avvicinandosi e che sta per comparire...tra poco.

Tutto diventa più sereno, perché già illuminato dal “dopo”: le cose sono belle, non perché rivestono un valore in se stesse, ma perché perdono la pretesa di assoluto, per lasciarsi illuminare dall’eterno.

Valgono le cose, valgono le preghiere, valgono le persone: esse sono illuminate dalla luce che intravediamo, sono riscaldate dall’amore che sta per scoppiare tra poco, e che già pregustiamo nell’amore che ci portiamo tra di noi. E si ingigantisce il bisogno che ogni amore che noi viviamo si riversi nell’eterno, ed eterno diventi.

Che dono essere anziani! Non solo per la vita che abbiamo vissuto, ma soprattutto per la vita che vivremo.

GCM 20.05.06