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Esproprio

Quante, troppe, persone turbate perché si prostituiscono!

Non è la prostituzione corporea, che comunque non rende felice né l’appagante né l’appagato.

E’ una prostituzione più raffinata e più diffusa, nelle case, per le strade e nelle chiese. E’ la prostituzione della serenità e della gioia, quando le mettiamo nelle mani degli altri.

La madre e il padre che sono in ansia, senza pace, perché il figlio si comporta in modo diverso dalle loro aspettative, hanno messo nelle mani del figlio la propria pace. Essi si troveranno in pace... quando e se il figlio vorrà.

Il politico o l’amministratore che troveranno serenità soltanto quando l’opera da loro decisa sarà compiuta, depongono nelle mani dell’esecutore la loro pace.

Il prete che sta in ansia zelante, fino a che i parrocchiani non si comporteranno secondo le sue indicazioni, ha collocato nelle mani di altri la propria serenità.

E poi chi attende il risultato dell’estrazione del lotto, chi aspetta la vittoria della propria squadra, chi attende dal comportamento delle moglie o dell’amante... la propria pace, si è concesso agli altri.

E questa è bella e buona prostituzione. Non ricavare dal nostro intimo la serenità, ma volere che il mondo cambi secondo i nostri schemi, è votarsi alla perdita della pace del cuore e della serenità.

Soltanto chi si rivolge a Dio che guida e illumina il cuore, può far zampillare dal cuore, pieno di Dio, la propria serenità.

GCM 29.09.05