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N5 Misericordia felice

L’ottimismo della misericordia è indicato dalle beatitudini. L’ottimismo dell’avere compassione consiste nel fatto che riceviamo compassione, talvolta dagli uomini, sempre da Dio.

Gesù Bambino è la più chiara manifestazione della misericordia di Dio. Quella misericordia che accompagnerà tutta l’opera e tutte le parole di Gesù. Misericordia che alimenterà i suoi pensieri, le sue esortazioni e anche i suoi rimproveri ai devianti, piccoli e grandi.

Il Natale, naturalmente, è un tempo di ottimismo. Chi lo vive con la dolcezza dell’infanzia perduta. Chi lo sperimenta come un invito alla felicità futura. Il vero ottimismo natalizio si fonda sulla certezza che non siamo abbandonati da Dio.

È pur vero che, come ci ricorda la Salve Regina, siamo qui come figli di Eva in esilio. Nati in esilio, fuori dal paradiso terrestre, nostro luogo di origine. Al luogo di origine ogni esiliato desidera ritornare. Il desiderio si rassoda, quando qualcuno arriva dal luogo di origine e di questo ci parla. Tutta la Scrittura è un parlare agli esiliati del luogo di origine.

Per il cristiano, soprattutto ci riaccende il desiderio quel Gesù, che è venuto dal Padre e al Padre ritorna. Egli conosce le pene dell’esilio. Il Natale ci ricorda tale venuta, voluta dal Padre, che guarda il  suo Figlio e i suoi figli esiliati, e li invita a ritornare. Gesù Bambino ci ricorda da dove siamo usciti e dove siamo attesi. Gesù è la compassione del Padre, che pazientemente attende.

Gesù è la dimostrazione che questa vita è soltanto la nostra pausa terrena, prima del ritorno definitivo. La presenza di Gesù è sicurezza della comunicazione di Dio, tradotta nel vagito di un bambino.

01.12.12