N4 Beata fame

Si può rintracciare l’ottimismo natalizio davanti alla fame?

Fame e sete: un vuoto che esige risposta per non cadere nello sfinimento. Beati quindi coloro che sono prossimi allo sfinimento. beati perché si riavranno: addirittura saranno saziati.

Saziati di che cosa? Gesù dice: che si è beati se siamo famelici di giustizia. Giustizia è sinonimo di Dio, il solo davvero giusto. Si è beati, se proviamo una brama incontenibile di Dio.

Gesù nasce per essere la presenza tangibile di Dio nel mondo e, quindi, per saziare la fame di Dio con la sua presenza. Il Natale non è un semplice lieto evento, accanto a miliardi di altri. È unico, perché gli altri – secondo una concezione teologica abbastanza comune – sono eventi, che introducono nel mondo figli di Dio sì, ma screziati dalla conseguenza del peccato. L’evento Gesù porta il superamento del peccato, il dono dell’unica, autentica giustizia, quella che sola sazia la fame di giustizia. Ossia conduce Dio.

Gesù nel corso della sua vita giustificò molti, estraendoli dalle malattie e dal peccato. Lui, per primo, decise di “compiere ogni giustizia”, come l’evangelista ricorda, quando Gesù chiede di essere battezzato da Giovanni il Battezzatore.

Lui stesso provò la fame di giustizia, quella che lo condusse di immergersi nel Giordano.

La beatitudine si attua nella purificazione, e nell’accogliere il Regno di Dio.

Già il bambino Gesù apprende le opere giuste, quando Giuseppe lo fa circoncidere, e quando Gesù è presentato a Dio con Maria. Gesù, fin da piccolo (a pochi giorni dalla nascita) prova in sé gli effetti dell’obbedienza alla giustizia, ossia all’adempimento dei doveri religiosi. Perciò, con la circoncisione, porta nella sua carne gli effetti dell’obbedienza alla giustizia. E sappiamo che le impressioni ricevute dal bambino, anche nella fase precedente la coscienza riflessa, restano impresse per tutta la vita, formando il sottofondo di altre esperienze.