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N18 Vergine Madre

Assurdo per noi è una vergine che partorisce. Ed è l’assurdo della realtà, perché è avvenuto.

Se riflettiamo, tutta la realtà è assurda, davanti alle nostre categorie logiche. L’amore è un assurdo: non corrisponde a nessuna logica. La carità è un assurdo, perché non è dimostrabile da nessuna categoria logico-matematica.

I perché da noi cercati, perfino la causa ed effetto, passano accanto alla realtà. L’essere creature non è frutto di raziocinio.

Il Creatore dell’universo è un assurdo per la nostra mente. Eppure l’universo è là. Sicuro, quasi a scherno delle nostre pretese di raziocinare in “barbara et celarent” dei nostri sillogismi (come si diceva nella pogica medievale).

E se capovolgessimo la prospettiva? Se partissimo da Dio, anziché arrivare faticosamente a lui?  Allora l’assurdo si muta in meraviglia. Lo stupore ci cattura. Ciò che ai nostri limiti si presenta come un non senso, diventa la cosa più ovvia, sebbene non dimostrabile con le nostre categorie mentali.

Allora la Vergine che partorisce, è una verità semplice, perché essa dipende dalle mani di quello stesso Dio, che ha stabilito che le nascite avvengano grazie al coito. Allora lo stupore ci coglie davanti a un ennesimo dono di Dio. Stupore davanti al creato, con le sue dinamiche interne, che noi, nella povertà di idee, definiamo come leggi. È stupore per la Vergine madre, che è libera, grazie a Dio, di non essere sottoposta a quelle che definiamo leggi.

Forse la mente di un buddhista, che ha raggiunto il vuoto dalla logica, è più vicina ad accogliere la Vergine-madre. Lo dimostra la storia di P. Kolbe, che  tra i primi collaboratori giapponesi nella sua opera di divulgazione della devozione all’Immacolata ebbe proprio dei buddhisti.

Nel vuoto della nostra pretensione logica, si annida il Figlio della Vergine.

27.12.12