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N13 Umiltà

Maria vive nell’atmosfera di Dio, lei la piena di grazia. L’assorbe Dio nel suo piano d’amore. una volta accettato cordialmente questo piano, Maria adegua la sua vita e il suo operare, secondo l’amoroso piano divino.

Tra le molte cose che Maria apprende nel contatto con Dio, presente nel suo ventre, troviamo l’autentica umiltà.
Il Magnificat la esprime con esattezza, là dove si dice: “Il Potente ha fatto a me cose grandi, e santa è la sua persona”.

Maria riconosce di essere portatrice di grandi eventi. È tanto cosciente da esclamare che “da ora in poi tutte le generazioni mi proclameranno beata”. – Non è poco ciò che Maria dice di sé. Eppure, pur vedendo la propria grandezza, Maria afferma che il Santo, l’Onnipotente ha creato la sua grandezza.

La differenza tra l’umiltà e la superbia non si fonda sul fatto che l’umile si dichiara un tapino e un fango, mentre il superbo si dice bello, grande, potente.

Umile e superbo devono riconoscere le proprie qualità, la propria statura, elevata più o meno. La differenza è che l’umile riconosce la propria grandezza guardando in alto e scoprendo in essa il dono di  Dio; mentre il superbo si vanta della propria grandezza guardando in basso, ossia attribuendola a se stesso: l’uomo che si è fatto da sé!
    L’umile guarda Dio, mentre il superbo guarda il proprio ombelico, come fonte di grandezza.

L’umile, come Maria, non disconosce il proprio valore e la propria dignità. La sua umiltà non consiste nel disprezzarsi o nello svalutarsi, ma nell’apprendere l’opera di Dio in sé. L’umile non fa ginnastica intellettuale per dirsi miserabile, anche quando si esamina, ma alza semplicemente con gioia lo sguardo a Dio benefattore.

08.12.12