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Marta l’attenta

Credere in Gesù, vivere la sua Eucarestia, comporta l’incontrarlo in ogni luogo e in ogni momento. Incontrarlo,
parlargli anche di situazioni scabrose, e restare in silenzio contemplativo con lui.

Qualcuno ha rimproverato Gesù perché strapazzò la povera Marta, tutta premurosa nel fare una buona accoglienza. La svista di Marta fu quella di ogni sorella maggiore: badare all’accoglienza, ma non all’accolto. Per
organizzare la festa, dimenticarsi dello scopo della festa.

E’ la stortura di tutte le sagre paesane. Si organizza la festa del Redentore o la “festa dei otto” (Vicenza), trascurando completamente il mistero di Gesù che redime, o di Maria, che stimola alla fede e alla salvezza.

La persona è trascurata per badare solamente alle cose. Questa costano un occhio della testa (almeno fino a quando i vari decreti governativi permetteranno il sovvenzionamento), quella è dimenticata, proprio perché non ha un prezzo: non costa nulla, e quindi è trascurabile.

Gesù, quando è presente, si presenta come sublime dono di Dio. Preferisce l’attenzione a lui, a tutte le organizzazioni per incontrarlo.

Quante persone, quando sono chiamate a partecipare a un incontro  religioso, si preoccupano  dei riti e non della persona! E’ il triste caso di Messe tirate a lucido da cerimonieri arcigni (a proposito, come mai tutti i cerimonieri si presentano attillati come manichini?) e prive di movimenti spontanei del cuore.

Perché presentarci il caro Gesù, come un Dio ingessato, con paludamenti principeschi indosso ai preti, e non come il semplice compagno di viaggio, manifestazione della misericordia di Dio?

GCM 27.08.11, pubblicato 05.01.12