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Imitatori e rivali

25.07.12

Durante la sua carriera terrena, Gesù ebbe molti rivali e alcuni imitatori.

Carriera terrena: Dio che si incarna in questo pulviscolo dell’universo, che noi chiamiamo terra, e sceglie in questo pulviscolo di vivere tra le persone più piccole. Chi potrà mai misurare l’infinità di Dio,come grandezza e anche come piccolezza!

Soltanto la contemplazione può spingersi un po’ sia verso la grandezza di Dio, sia verso la sua piccolezza, verso la meraviglia per l’immenso e verso la commozione per l’esiguo.

Or dunque, nella sua carriera mirabile, durante la sua umiliazione terrena, Gesù ebbe rivali e imitatori.

Non rivali nella reciproca umiltà, ma rivali contro la sua irrefrenabile qualità e potenza di Dio. A rivaleggiare con lui ecco scribi, farisei, pontefici, magnati del popolo. Essi si stimavano superiori a lui, eppure lo osteggiavano. Gesù aveva pur detto che si accontentassero degli onori che loro si donavano reciprocamente. L’onore reciproco tra uomini è sempre rigato di menzogna e di invidia.

Di contro ai rivali, si ponevano gli imitatori. Povera gente anche quella tentata di primeggiare (nel suo regno… che è solo “Regno di Dio”!), ma trattenuta in piccolezza da Gesù: il più grande tra di voi, sia l’ultimo: usava dire.

I rivali riuscirono a uccidere Gesù. Perché non lasciarono perdere questo oscuro montanaro di Galilea? Riuscirono a uccidere. Invece gli imitatori andavano in giro, annunciando bontà, pace. Guarivano i malati, cacciavano i demoni: insomma erano imitatori e continuatori della persona di Gesù. E anche oggi si perpetua Gesù nei veri credenti. Nei santi.

GCM 15.06.12