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Cattiveria

Vide la loro cattiveria: si dice di Gesù quando farisei ed erodiani tentano di trarlo in inganno.

Farisei ed erodiani erano cordialissimi nemici: contro i Romani i primi, pro-Romani i secondi. Si alleano nella cattiveria. Come Hitler e Mussolini per creare milioni di morti.

Alleati nella cattiveria. Ai suoi, invece, Gesù indica di unirsi nell’amore. Mondo e credenti, Satana e Figlio di Dio.

Gesù non cerca di scusarli, come noi facciamo oggi, quando autentiche cattiverie le sottoponiamo all’orpello della malattia, o della tendenza dei poveri uomini al male. E anziché curare il male, soprattutto quello morale, creiamo leggi per proteggere divorzi, aborti, coppie gay, eutanasia. I nostri occhi sono offuscati tanto da crederci moderni ed evoluti se esaltiamo il male.

Gesù vide la cattiveria, la vide dritto dritto, e ci insegnò a non aver paura di dire male al male, cattiveria alla cattiveria, pane al pane. E poi ci aiuta ad amare la verità, senza contestualizzare il male per scusarlo, mentre il male resta sempre male, in qualunque contesto lo si perpetri.

Gesù vide la cattiveria, e agì in conseguenza, passando attraverso due sponde infide, muovendosi sinuosamente, come i serpenti. Indicava anche ai suoi, e indica a noi, l’essere prudenti come i serpenti. Semplice nell’individuare il  male, e prudente nello scansarlo. Più sicuro nello scansare, quanto più chiaro nell’individuarlo.

Forse la conseguenza è quella di condannare la cattiveria? Dal giudizio alla condanna la strada è agevole. Per lui, che tutto vedeva, la condanna era possibile, eppure contro i farisei egli si espresse con un semplice, doloroso “ahivoi!”.

GCM 16.10.11