HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2010 > Realtà e finzione

Realtà e finzione

Ieri, durante la santificazione del pane e del vino nella messa, accadevano tre realtà: Gesù che rinasceva vivo e vero sull’altare, un bambino che partecipava all’assemblea piangendo e integrato, un gruppo di persone che mostravano ai figli il presepio disinteressandosi completamente di ciò che accadeva nell’assemblea di Dio, radunata per l’Eucaristia.

Il contrasto era chiaro e doloroso: da una parte c’era il Gesù reale al quale si rivolgeva tutta l’assemblea, bambino piangente compreso, dall’altra un gruppetto, che non si era né accorto né interessato al Gesù reale, per interessarsi del Gesù fittizio del presepio.

E’ ovvio comprendere l’amarezza per il presepio e l’amore per l’altare di chi nutriva un’elementare sensibilità di fede.

S. Paolo ci avvertiva di badare alla realtà di Dio e di non badare alle favole degli uomini, per quanto attraenti e fantasiose queste favole possano presentarsi.

Il presepio è un ricordo plastico, che ha la funzione di rimandarci a Gesù. Però quando Gesù è presente, la funzione del presepio è cessata. Ho chiesto molte volte, regolarmente inascoltato, che le luci del presepio siano spente durante la celebrazione della messa.

Il presepio, come oggi viene presentato è una menzogna.

Trascuro il presepio napoletano, che rischia di diventare una quasi bestemmia, perché pone Gesù da una parte.

Ma il presepio nelle nostre chiese! Luca ripete due volte che il bambino fu fasciato e posto al caldo del fieno. Noi vediamo un bambino nudo, buttato a terra, con una madre crudele che non lo riveste e abbraccia, e si pone a pregare, guardando il bimbo da lontano.

E Giuseppe che fa? Resta lì impalato nel guardare un bimbo nudo e una madre crudele. E’ una scena fittizia e scandalosa che distrae l’attenzione dal Gesù reale.                                  

 GCM 04.01.10