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Per il Natale

È conosciuta la frase: Gesù è Risorto e non muore più. Gesù sappiamo anche che Gesù nato tra noi non si sottrae mai più a noi: rimane sebbene in forme nuova. Per chi si è abbandonato a Gesù, ogni giorno è Natale, come recitava un vecchio libro.

La scadenza natalizia, a Dicembre, è semplicemente uno scrollone contro le nostre abitudini, affinché si risvegli in noi la coscienza di essere sempre con Gesù, perché Lui è sempre con noi.

Adesso che il Natale di Gesù è stato scimmiottato da un inesistente (e buffo) babbo natale, la necessità di soffermarci più testardamente su Gesù nato per noi, diventa un’urgenza quasi angosciante. Soltanto così, dentro la bruma invernale, si fa luce l’unica speranza che non inganna. Gesù nato per noi. Noi abituati ad apprezzare soltanto gli oggetti, più o meno costosi, corriamo il pericolo di non misurare la grandezza dello spirito e del bello.

Presenza intramontabile è quella di Gesù, non solo nel nostro ricordo, ma anche nel calore del dialogo. Dialogo proprio con Gesù e con Dio, che ci amano sicuramente; con i bambini (quei pochi che rimangono) per ricordarci che ancora è possibile l’innocenza; con gli adulti, perché non affoghino nel non senso di una vita, che si avvicina inesorabilmente alla morte; con i malati, perché la speranza di guarire sfoci nella grande speranza di una salvezza totale e permanente e in essa confluisca definitivamente: con i volontari e con i sanitari, che quotidianamente si trasformano in tramite del Dio che dona speranza..

Il dubbio logora, come logora l’ignoranza o l’indifferenza riguardo a ciò che salva davvero. Se il dubbio logora, la speranza invece dona serenità, e spinge a guardare verso quel Gesù, che, a Natale, ci sveglia e ci sorride, affinché non ci smarriamo nel buio della nullità, nell’incertezza della malattia.

Dicembre 2010 GCM