HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2010 > Il frutto di Maria

Il frutto di Maria

Si celebra anche la nascita della Madonna, o - con termini passati - della Natività della Vergine.

Una nascita che ha il gioioso significato di ogni altra nascita, e che comporta un valore aggiunto.

Questa bambina, crescerà come una pianta che si sviluppa dal seme; diventerà adolescente visitata dall’Angelo; produrrà un frutto: il frutto del suo ventre, come si ripete nel nostro pregare.

Il frutto di questo ventre, Gesù, a chi lo mangia causa vita: “Chi mangia la mia carne ha la vita eterna”.

Un’altra donna, come dice il mito fondante della Bibbia, offrì un frutto al marito, che ne mangiò e incontrò la morte.

Due donne, due destini.

Maria nasce da uomini e produce semplicemente Gesù-Dio. Eva nasce da Dio e produce morte, a iniziare dal suo primogenito Caino.

Due destini, che richiamano l’unica salvezza, in chiaroscuro. Una disobbedienza che avvia alla morte, quella di
Eva; un’obbedienza che conduce alla vita, quella di Maria. L’una e l’altra si incontrano con Dio che salva: Eva sarà salvata da colei che schiaccia il calcagno sul nemico, Maria è salvata, perché è tramite della salvezza del Padre.

All’orizzonte si stagliano queste due figure che sono le alternative di una scelta per noi, e di un unico disegno dell’amore di Dio che salva. Amore che non risparmia il dolore, che si incontra in qualunque delle due alternative si scelga. Eva deve subire i travagli del parto e la sudditanza anche emotiva di fronte all’uomo. A Maria è chiaramente predetto che una spada la trafiggerà.

GCM 09.09.10, pubblicato il 20.12.10