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Gesù, la pace

Chi è quest’uomo, che sottomette venti e mari? Davanti all’agire di Gesù, la domanda su di lui sgorga spontanea. Domanda elusa dal pensiero di coloro, che confinano tra i miti la persona di Gesù.

Coloro invece che costatano la sua presenza, non possono sfuggire alla domanda “Chi è quest’uomo?”. Si costata la presenza di Gesù, nella storia vivendogli accosto, nel presente credendo in lui e accostandolo, magari ogni giorno nell’Eucarestia.

Chi è Gesù? Gli ignoranti o non si pongono il quesito, o si fermano a descriverlo come un saggio, un taumaturgo, un benefattore, o un buon uomo. Chi è stato dotato di intelligenza dallo Spirito Santo e non ha rifiutato questo dono dell’intelletto, si inoltra nel riflettere su Gesù figlio del Padre, Figlio di Dio, Dio lui stesso, unico sicuro Dio con il Padre e con lo Spirito Santo.

Inoltrandoci in questa considerazione, ci si trova in un abisso, nel quale solamente lo Spirito Santo ci può far orientare. L’abisso di Dio, dentro il quale ci si può muovere soltanto con la preghiera e con la contemplazione. Un abisso, che all’inizio spaventa, si tenta di uscirne, e poi - se la costanza ci regge - diventa oceano di pace e di dolcezza.

La domanda, di cui sopra, se la rivolgevano i discepoli meravigliati. Essi erano spaventati. Gesù, in mezzo alla tempesta, dormiva comodo su un materasso. Dentro la tempesta, la calma: sapeva che ancora non era scoccata la sua ora. Nel cuore della furia marina, il nido della pace.

Ai discepoli spaventati, che avevano scosso Gesù dal sonno, non era venuta in mente la preghiera.

Dentro ogni tempesta, del cuore, della famiglia, del mondo, se Gesù è con noi e non l’abbiamo trascurato, godiamo la pace.

GCM 30.01.10