HOME

Home > Gesù UOMO > Articoli 2009 > Riflettere su Dio

Riflettere su Dio

La teologia cristiana è un logos (discorso) sul Dio annientato. L’oggetto della teologia, secondo Paolo, parte necessariamente dal “Nulla” di Dio. E’ una teologia minima, apofatica, dai contorni poveri e perciò misteriosi.

Una teologia, che, quando ha scoperto qualche cosa di Dio, si sente ricacciata nel mistero. Un Dio conosciuto in quanto inconoscibile. Un Dio espresso, perché inespresso.

Alla teologia Dio sfugge, quando è catturato.

Eppure non si può tacere di Lui, perché - come accadde al profeta Geremia - un fuoco arde nelle ossa. Felici di parlare di Dio, nostro Padre, l’Amore, eppure certi che tale felicità è incompleta, povera, nuda. Non possiamo non parlare del Dio, che infila la sua potenza nello scandalo della Croce.

Probabilmente ho sempre compreso poco di Dio, perché non mi sono tuffato perdutamente nella Croce di Gesù.

La Croce è la salvezza di tutto l’uomo, anche del suo pensiero.

Il mio pensare a Dio tanto più è potenziato, quanto più resta crocifisso, annientato. Però non annientato per dispersione, ma annientato in Gesù. L’essere piccolo per il mondo non giova, fino a che non si è piccoli in Gesù.

La bellezza del pensiero che si annulla in Dio, per partecipare alla Croce, dalla quale si grida: “Padre, perché mi hai abbandonato?”.

Se Dio mi illumina sulla Croce, mi illumina sulla sua potenza e sulla sua sapienza.

Nella sua Croce trovano salvezza le nostre croci e le nostre gioie, delle quali è intessuta la nostra vita. Le croci che ci vengono, senza cercarle, eppure sono già redente in partenza, se noi le viviamo armonizzandoci a Gesù. Come accade per le nostre gioie, se armonizzate con la sua Risurrezione.           

GCM 04.09.09