Gesù ci libera. “Venite presso di me!”. Ci libera anche dalla Legge e dalle leggi.
Perfino dalla Legge, come afferma Paolo.
E dalle leggi. Da ogni legge che non rende l’uomo libero.
Il sabato (legge ferrea presso gli ebrei, del tempo di Gesù) è a favore dell’uomo. Ciò che lui crea è per liberare l’uomo.
Gli stessi sacramenti sono catena o spinta alla scioltezza della libertà? Catene o aiuto?
Da come una ritualità, creata dall’uomo, rende difficile la “dovuta” ricezione dei sacramenti, essi sono gessati e, come avviene sempre più per Confessione e per Comunione, sfuggiti.
Come si comportano certi genitori, che per timore delle deviazioni soffocano la creatività dei figli. Questo pericolo, tra i cristiani, si sviluppa all’interno delle leggi canoniche e rituali, che dovrebbero invece favorire la scioltezza.
Eppure i preti proclamano: “Con la libertà e con la fiducia dei figli!”.
Ridotta la libertà, i segni del culto sono stravolti.
Per esempio, la messa. Essa è un cordiale accostamento a Dio, o una cosa che si fa (da parte del prete e dei partecipanti) per compiere un obbligo. Obbligo del precetto festivo (tanto più gradito, quanto più affrettato e bistrattato), o obbligo per riscuotere l’offerta?
Può accadere (e accade) che un superiore che brucia la messa in diciotto minuti, faccia venire un visitatore da Roma, perché imponga a un sacerdote, che celebra con tranquillità, di affrettare la sua messa. E ne esce addirittura un’imposizione scritta e firmata.
Catena o aiuto? Cosa da fare, o incontro con Gesù?
GCM 12.01.09