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Gesù il puro

Dalla propria esperienza Gesù estrasse le beatitudini.

Beati i puri di cuore. Gesù aveva un cuore limpido, cristallino. Così cristallino da vedere Dio e il cuore dell’uomo.

Diceva: “Chi vede me, vede il Padre”. Perciò Gesù era così cristallino da far trasparire tutto ciò che lui vedeva.
Trasparire con le parole (insegnava la grandezza regale, cioè il regno di Dio) e con le opere (“Ti sono rimessi i tuoi peccati”).

Gesù penetra in noi, e se lo accogliamo liberamente e cordialmente (il sorriso durante la preghiera!) rende trasparenti di luce anche noi. “Vedano le vostre opere buone”. La lucerna non si nasconde. Una città (la Chiesa) posta sul monte è vista da tutti.

Gesù penetra in chi gli si affida totalmente e, nelle difficoltà di ogni giorno, rinnova l’affidamento. Gesù è la nostra luce, quella che ci illumina e quella con la quale noi illuminiamo il mondo, gli uomini.

Gli astri narrano la gloria di Dio, così recita il salmo. Noi, di più, siamo la gloria di Dio, quella che gli astri narrano. Le stelle sono la nostra narrazione, non al modo ingenuo dell’astrologia, ma al modo infantile di Teresa di Lisieux, che scoprì la T del suo nome, scritto dalla stelle.

La cristallinità di Gesù rivelatore ci travolge tutti. Nulla resta nascosto. Ciò che si ode nell’intimo della casa, prima o poi è proclamato dalle terrazze.

L’intimo della nostra casa è Dio. Dio ci parla, ci penetra nell’Eucarestia; noi siamo l’espressione di Dio.

GCM 17.01.09