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Gesù è Natale

Il Natale è per i piccoli. Questi “piccoli” per la nostra traduzione materialistica sono solo i bambini. E allora ingolfiamo di regali i piccoli. E, siccome il piccolo Gesù, nel presepio, è nudo, preferiamo il  vestito impellicciato del vecchio babbo Natale, che, essendo decrepito, deve viaggiare adagiato su una slitta. Tra poco arriverà su una Mercedes, magari regalatagli da una  multinazionale.

Evidentemente un bambino nudo, avvolto in semplici fasce, non può rispondere alle brame delle aziende tessili.

Chiari contrasti tra il Natale, sempre più desueto, di Gesù, e il natale ormai imperante del consumismo più o meno ateo.

Qui un bambino povero, là un vecchio agghindato.

Qui la richiesta d’affetto, là la voglia di sazietà.

Qui l’invito a meditare e  a contemplare, là la spinta a divertirsi.

Qui l’intimità silenziosa e calda con Maria e con il bambino, là le feste del pranzo e degli stravizi.

Qui le letterine dei bambini a Gesù Bambino, con la richiesta del perdono e della bontà, là le letterine al vecchio babbo Natale con la richiesta di regali... se no ci arrabbiamo e facciamo i capricci, per diventare cattivi almeno nel giorno di Natale.

Gesù Bambino, l’ultimo rifugio possibile per la nostra perduta innocenza da riacquistare. Ultima spiaggia della speranza, per non imbragarci nella disperazione del vizio e del bagordo. Ultimo ricorso a un po’ di azzurro, oltre le nostre caparbietà e le nostre invidie ben celate, sotto i panni di una “critica intelligente” agli altri.

GCM 26.12.08