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Amore come dono

La giustizia, come l’intendiamo noi occidentali è una qualità sana. Di fronte all’amore è soltanto un primo passo. Infatti essa è sempre penetrata alquanto di vendetta. Perfino le pene, giustamente inflitte, rivestono un chiaro carattere vendicativo.

Quante volte sotto il velo del reclamare giustizia, si nasconde ( e sempre maldestramente) la brama di vendetta.

Più vicino all’amore è il perdono. Non è ancora amore, ma si ammanta di qualche abito dell’amore. Il perdono ha molti volti, che spesso sono i gradini e le modulazioni del perdono. Scusare l’offensore, servirlo, pregare per lui, restituirgli il dono con un altro dono (mentre la vendetta risponde con un male al male subìto), aiutarlo nelle necessità.

Poi viene il grado proprio dell’amore. Giustizia e perdono sono amore incipiente, in analogia lontana con l’innamoramento.
L’innamoramento è prodromo di ciò che definiamo amore, in quanto l’innamoramento è un tentativo di attirare per appropriarsene, e l’amore umano è possesso dell’altro, che giunge fino al diritto sull’altro nel contratto matrimoniale.

L’amore che viene da Dio, è gratuito in Dio, che si dona “per primo” ed è gratuito e autodonante nell’agàpe dell’uomo. Perciò l’amore cristiano incipiente è giustizia verso l’altro, è perdono offerto all’altro. Diventa dono d’amore nella sua pienezza.

Interpretare la morte di Gesù come giusto scotto presentato a Dio per i nostri peccati, è il contrario della convinzione che Gesù si offre al Padre liberamente, perché Egli è il frutto del grande amore che ha il Padre nel donarlo

GCM 27.01.09