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A Natale, oltre


A Natale, vengono a illuminarsi nel raduno cristiano della Messa, coloro che desiderano di procedere oltre.

Il consumismo incatena tutti. Regali, viaggi, divertimenti: restano al di qua del confine del Natale. I bambini stessi, che sono aperti al senso di Dio naturalmente, sono sempre più imprigionati da babbo natale, questa sciocca figura di vecchio rimbambito, schiavo dei commercianti, che lo menano per il naso o per la barba. D’altronde ciascuno si merita la figura che lo esprime.

Ai bambini serve il presepio, per poter sfogare la fantasia e trovarsi con Gesù appena nato. Invece gli si offre un albero, che ai bambini dice poco, perché non eccita la fantasia. Tant’è vero che essi non ammirano l’albero, ma sono attratti dai doni pendenti o sotto l’albero.

Se si chiede a un bambino che cosa per lui rappresenta l’albero, non sa che cosa dire. Se gli si chiede che cosa rappresenta il presepio, risponde subito: “La nascita di Gesù”. Naturalmente un presepio autentico, dove Gesù Bambino è in primo piano assoluto, non confuso con mille altre statue, di artigiani o di personaggi della società, e non distolto da giochetti di luce. Andare oltre: incontrare il mistero.

Gesù semplice nella sua povertà e nudità. Gesù possibilmente in braccio a sua madre che lo riscalda, e non abbandonato sotto il fiato dell’asino e del bue.

Gesù lì: nato per noi, nato come noi, oggetto di contemplazione, non disturbata da personaggi che si muovono, o da musiche, che stridono.

Un presepio semplice “sacra rappresentazione”, che lascia trasparire il mistero, senza veli, interpretazioni, paludamenti oppure orpelli.

GCM 26.12.07