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3 Natale: seme di gioia

Nel piccolo Gesù sta la radice della nostra pace.

Gesù seme di pace, che va coltivato con amore.. seme della gioia, prodotta a sua volta dalla pace. Cantavano: “In Dio la divinità, in terra la pace tra gli uomini amati”.

Nel bambino Gesù, si attua la riconciliazione dell’uomo con Dio, dei figli con il Padre. La riconciliazione allarga i cuori, perché attorno all’uomo spariscono i nemici; egli viene per fare dei due uno, abbattendo il muro della divisione.

La pace genera gioia. La pace si realizza nei rapporti. La gioia vissuta da soli o nel recinto di due persone, si estingua perciò gli angeli spingono i pastori a prendere contatto con il bambino e con la madre: per dare e per ricevere gioia, sprigionata dal neonato.

Al piccolo gregge, mandato in missione, Gesù raccomandava di comunicare la pace come primo impatto: “Pace a questa casa”. Se gli incontrati non accettavano la pace, Gesù indicava di retrocedere, di ritirarsi. La pace apre il dialogo, il dialogo la conoscenza, la conoscenza fa sprigionare la gioia dell’incontro. Quei due piccoli mandati in missioni erano portatori di pace. E guai scandalizzare (cioè porre ostacolo) ai piccolo che credono in Gesù: i destinatari ribelli non avranno pace e la loro vita è inutile, affogata con un peso al collo.

Anche la umile chiesa di oggi è destinata ad apportare gioia, la gioia di una vita regolata, di un’umiltà serena. La pace che noi cristiani, se cristiani siamo, portiamo a tutti, non è la pace dell’ONU che si difende con le armi e con la reciproca diffidenza. La pace arriva non dalla sicurezza, ma dall’umiltà. La pace cristiana è, prima di tutto, pregata e chiesta a Dio.

La chiesa di oggi non è una moschea, dove si eccita alla guerra santa, come la chiesa fu una volta, ma il luogo della riconciliazione con Dio e tra gli uomini.

26.12.08   GCM